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Un recente Studio pubblicato su Science* riporta l’attenzione sull’impatto degli allevamenti animali intensivi. Lo studio - guidato da Joseph Poore dell’Università di Oxford - ha coinvolto 40.000 aziende agricole di 119 paesi del mondo, produttrici di 40 alimenti che coprono il 90% dei consumi globali.
Gli allevamenti intensivi occupano l’83% dei terreni considerati e le carni prodotte fornisco il 18% delle calorie e il 37% delle proteine rispetto agli altri alimenti, causando:
✔ il 56% dell’inquinamento dell’aria
✔ il 57% dell’inquinamento dell’acqua da azoto/nitrati e fosforo
✔ il 58% delle emissioni gas serra: anidride carbonica, metano, protossido di azoto
Un impatto sull’ambiente e sulla salute devastante che minaccia la biodiversità e provoca la diffusione di malattie e dell’antibiotico-resistenza.
Joseph Poore conclude che «tra le possibili soluzioni, una dieta vegana è forse è il modo più efficace per ridurre l’impatto sull’ambiente (…).
Più efficace che ridurre i voli aerei o acquistare l’auto elettrica».
A di là delle scelte personali - che come tali vanno rispettate - vogliamo proporre il confronto fra proteine animali e vegetali, a puro scopo informativo poiché, per dirla come Theodor Adorno, «La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta».
Le proteine vegetali come la Spirulina non richiedono enormi spazi e pochissima acqua, incidendo minimamente sull’ambiente.
✔ 0,6 Spirulina
✔ 16 Soya
✔ 22 mais
✔ 190 Animali nutriti a foraggio
A parità di grammi la Spirulina offre più proteine, calcio e ferro della carne, e queste proteine sono già in forma di amminoacidi, come “predigerite”, quindi meglio assimilabili dall’organismo, senza che fegato e reni ne siano appesantiti e senza la produzione di scorie metaboliche.
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* J. Poore1,2, T. Nemecek,“Reducing food’s environmental impacts through producers and consumers”, Science, 01 Jun 2018. DOI: 10.1126/science.aaq0216.